Tutto è bene quel che finisce bene

“TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE BENE”

di William Shakespeare
tradotto e diretto da Marco Ghelardi

con

Barbara Alesse
Sebastiano Bottari
Lucio De Francesco
Mauro Parrinello
Sarah Pesca

scene e costumi Elena Greco
light designer Gabriele Guatti
assistente alla regia Simona Schito
organizzazione Sara Ravetta

(foto di Patrizia Lanna)

Cinque attori in scena presentano la storia che andranno a raccontare sollecitando il pubblico all’uso dell’immaginazione. La scena è semplice e essenziale, evoca e non descrive ciò che le parole di Shakespeare raccontano già con minuzia di particolari.
A Rossiglione, Elena è triste per la partenza di Bertram e decide di raggiungerlo in Francia presentandosi come guaritrice del Re afflitto da una fistola. Elena, figlia e custode delle conoscenze del noto medico Gerard di Narbona, lo guarisce e il Re, riconoscente, realizza il suo desiderio di sposare Bertram. Il giovane, dopo essere stato costretto a maritarsi, decide di scappare a Firenze per andare in guerra al fianco del Duca.

Bertram ordina a Elena di tornare a Rossiglione dove la giovane riceve la lettera dello sposo, il quale le dichiara che mai giacerà con lei e che non sarà mai sua moglie se non porterà in grembo suo figlio e al dito l’anello da cui lui non si separa mai. Elena, disperata, decide di partire per un pellegrinaggio, durante il quale approda a Firenze: là conosce Diana, di cui Bertram si è invaghito. La giovane fiorentina, una volta appreso che il Conte Bertram è già sposato, decide di aiutare Elena: si farà dare l’anello da Bertram per poi attirarlo a casa e lasciare a Elena il posto nel talamo.
Intanto, il pavido parassita Parole, sempre a fianco di Bertram, svela la propria identità di traditore.
Bertram, ignaro di aver giaciuto con la moglie, rischia di subire l’ira del Re che teme che la sua salvatrice sia stata uccisa. Ma ben presto la trama si dipana ed Elena in persona, con indosso l’anello del marito e in grembo suo figlio, reclamerà l’amore di Bertram.